Pil, l’Italia non cresce e non rispetta le previsioni iniziali: ecco le stime piuttosto scoraggianti riportate da Confcommercio.
Non è un buon momento a livello economico questo per l’Italia. E’ questo quanto emerso dalla recente presentazione della congiuntura autunnale dell’Ufficio Studi Confcommercio fatta direttamente dal suo diretto, Mariano Bella; sebbene sia cresciuta nell’ultimo anno, si sta registrando un rallentamento che potrebbe essere piuttosto preoccupante.
In particolar modo, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sottolinea come a preoccupare di più sia oltre che la produzione anche l’occupazione, entrambe mostranti “segni di fragilità”.
La soluzione potrebbe essere quella di attivare “la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime confermando, anche per il 2024, la riduzione del cuneo fiscale”, sottolinea Sangalli, in modo di permettere ai cittadini oltre di spesarsi anche di aumentare i consumi. A riguardo, come agirà il Governo Meloni? Le stime del Pil sono in calo e le previsioni iniziali pare proprio non verranno rispettate.
I numeri riportati da Confcommercio non sono per nulla incoraggianti, a dispetto delle previsioni. Anche ipotizzando una piccola ripresa da qui alla fine dell’anno, infatti, risulta davvero complicato raggiungere l’1% di crescita, rispetto alla stima iniziale che invece veniva fissata intorno all’1,2%.
“Cosa ci aspettiamo per la crescita? Un trimestre – aggiunge – un po’ migliore del secondo quarto, ma non possiamo negare che il rallentamento è ai limiti della recessione, ora le previsioni sono tutte intorno a 0,1-0,2, se siamo a 0,1 siamo in recessione tecnica” spiega ancora (come riporta ilsole24ore.com) il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio Mariano Bella. C’è però da considerare come, questo rallentamento della crescita economica, sia un fattore condiviso da diversi Paesi europei, per i quali la situazione non è per nulla migliore di quella italiana, anzi.
Secondo le ultime previsioni della Commissione europea infatti, la nostra penisola pare possa arrivare a livelli più positivi della media Ue. Non basta questo però, né ai consumatori né alle aziende, anche se fortunatamente ad ottobre non è previsto uno shock per l’inflazione, col valore tendenziale che dovrebbe quindi scendere dal 5,3% all’1,9%; quali saranno le prossime manovre economiche del governo?
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